Negli ultimi decenni la ricerca sul microbiota ha accelerato a un ritmo incredibile e sta rivelando la miriade di modalità con cui questi microscopici organismi stanno influenzando la nostra vita quotidiana. È ora evidente che il microbiota è un determinante critico della salute e della malattia umana e un regolatore chiave della fisiologia dell’ospite. Sebbene il nostro genoma ereditato sia essenzialmente stabile per la vita dell’ospite, il microbioma è molto diversificato, dinamico e reattivo a input esterni, aumentando ricerca dopo ricerca il suo potenziale come bersaglio per eventuali interventi terapeutici. Per microbiota si intende l’intera popolazione di batteri, virus, funghi e protozoi che abitano nel nostro corpo (95% nell’intestino) raggiungendo un peso complessivo di 2 kg.
Parliamo di un ecosistema di circa 100 trilioni di microbi, con un rapporto 10:1 fra cellule batteriche e cellule
umane, che mantengono in condizioni fisiologiche una relazione simbiotica con l’organismo ospite; 150 specie microbiche che interagiscono su 400 metri quadrati di intestino soprattutto nel colon e si nutrono di sostanze che derivano dalle fibre alimentari indigeribili, dalla mucina, dalle cellule di sfaldamento e da farmaci. Questo sistema microbico include sia batteri che vivono in una relazione simbiotica con il loro ospite, sia alcuni microbi che hanno caratteristiche potenzialmente patogene. Il microbiota dei mammiferi è altamente variabile ma si possono classificare quattro phyla dominanti: Firmicutes, Bacteroidetes, Actinobacteria e Proteobacteria.
Firmicutes e Bacteroidetes rappresentano più del 90% della popolazione batterica nel colon mentre Actinobacteria e Proteobacteria (che include Enterobatteriacee) sono regolarmente presenti ma in bassa quantità [24].
FIRMICUTES | Ruminococcus
|
Clostridium | Lactobacillus | Enterococcus |
BACTEROIDETES | Bacteroides | Prevotella | Xylanibacter | |
ACTINOBACTERIA | Bifidobacteria | |||
PROTEOBACTERIA | Escherichia | Enterobacteriaceae |
Tabella – Classificazione dei phyla nel microbiota intestinale (modificato da Giorgi E, 2020)